CAPITOLO 5 – A META’ DELL’OTTOCENTO

1842 – STORIA DI BAMBINI ABBANDONATI

Il 9 gennaio si insedia nella casa comunale il nuovo Decurionato crucolese composto dal neo- sindaco Antonio Di Sessa e dai Decurioni Vincenzo Basta, Francesco Polito, Antonio D’Amico, Gennaro Parise, Antonio Polillo, Tommaso Lamanna, Domenico Acri.

scorcio del castello di Crucoli

Qualcosa di veramente curioso troviamo verbalizzato con data 2 marzo e firmato dal sindaco Di Sessa; ve lo riportiamo testualmente: «Alle ore 13 di oggi ci è stata presentata dalla Pia Ricevitrice – (di nome Maria e probabilmente una delle suore che abitavano allora l’antico convento di Crucoli, n.d.a.) – un appello di aiuto per una bambina trovata sulla Ruota (credo quella del convento la cui fun­zione era proprio quella di ricevere eventuali bambini abbandonati dalle madri in incognito, n.d.a.); dopo averle fatto un’attenta visita ed osservazione, abbiamo riconosciuto di essere Femmina (notate che grande scienza per un’accurata diagnosi!, n.d.a.) e dopo il battesimo le abbiamo imposto il nome di Maddalena Esposito (è noto che questo cognome è nato come significato di trovatello, soprattutto in Campania, n.d.a.)». Ma la particolare e, da una parte, triste vicenda ebbe un seguito. Infatti gli amministratori comunali incaricarono del caso una appo­sita commissione le cui indagini condussero alla scoperta della madre della bimba, tale Laura Monaco, la quale non riuscendo a negarlo confessò di essere stata costretta dalla miseria. Eh sì, la povertà si accaniva anche contro una bambina appena nata; ma questa è anche storia d’oggi.

Un’altra opera di beneficienza del Decurionato crucolese nasce nella riunione del 3 aprile, quando venne elargita la somma di 6 ducati «a titolo di carità» (è scritto anche «elemosina, n.d.a.) a certa Proietta Brigida Vulcano «perché sfornita di qualsiasi mezzo di sostentamento – si legge nel verbale – e trovasi in uno stato di estrema miseria».  

Passiamo ora alla tradizionale e sentita Festa di Manipuglia, ovvero le celebrazioni in onore della Protettrice di Crucoli, le cui origini, ne abbiamo parlato nella prima parte, ci riportano indietro di molti secoli. Nel periodo che stiamo trattando rileviamo una riunione del 17 aprile 1842 nella quale il Decurionato deliberò la somma di 40 ducati come contributo alle manifestazioni da svolgere nella prima settimana di maggio.

1843 – IL CONCILIATORE COMUNALE

Il  Conciliatore Comunale era una sorta di giudice davanti al quale si doveva risolvere i diverbi e le piccole ostilità tra cittadini dello stesso comune. Tale carica venne regolamentata con un «Regio De­creto» del 27 giugno 1843 ed a Crucoli il 12 agosto dello stesso anno veniva ricoperta da don Leopoldo Palopoli, ventiseienne gentiluomo locale, per il triennio 1843/46.

Torniamo a parlare di opere pubbliche crucolesi: tra le fontane comunali di comune utilizzazione, quella di Contrada Elo era una delle più importanti, tant’è che nel settembre di quest’anno vengono effettuati urgenti lavori di ristrutturazione su disposizione del Decurionato che utilizzò piccole somme a sua disposizione.

Il 6 agosto vengono rinnovate le principali cariche amministrative, in base alle terne di eleggibili precedentemente presentate. Ecco il dettaglio di quelle nomine il cui mandato sarebbe iniziato il 14 gennaio dell’anno dopo: SINDACO: don Pasquale Rendace, 26 anni, agrimensore (l’agrimensura è la parte della topografia che riguarda la misura planimetrica di superfici agrarie); PRIMO ELETTO: Dott. Gaspare Grisolìa, 33 anni, guardia d’o­nore (era chi svolgeva allora il picchetto d’onore, in genere presso luoghi simbolici); SECONDO ELETTO: Giuseppe Toscano, 35 anni, proprietario; CASSIERE COMUNALE: don Pasquale Parise, 28 anni, farmacista; ESATTORE: don Gaetano Lamanna, 55 anni, (figlio del fu Giovanni) civile proprietario. Questo quindi il quadro finale delle nuove nomine che avrebbero sostituito rispettivamente il sindaco uscente Antonio Di Sessa, l’ex primo eletto Gaetano Lamanna (ora Esattore), l’ex secondo eletto don Giuseppe Grisolìa, l’uscente cassiere comunale don Do­menico Parise, e l’ex esattore don Vincenzo Grisolìa. Da notare il cambio anche del «deputato di salute» (una sorta di Ufficiale Sanitario di allora, n.d.a.) con don Roberto Grisolìa al posto di don Pasquale Parise (neo-eletto cassiere). Abbiamo voluto dettagliare questa sorta di elezioni comunali come esempio per le altre occasioni del periodo, rilevando soprattutto l’alternarsi in cariche diverse all’incirca delle stesse persone, o perlomeno di esponenti anziani o giovani delle famiglie allora più altolocate e influenti politicamente.

1844 – L’EPIDEMIA DI TIFO CHE FA STRAGE DI CITTADINI

Molto più bisognosa di ristrutturazione era la strada interna che conduceva alla Chiesa di S. Maria, e finalmente il 4 febbraio del 1844 il Consiglio comunale deliberò l’inizio dei lavori necessari, non appena fosse giunta la regolare approvazione dell’In­tendente della Provincia.

Ritratto di malati di tifo dell’epoca

Purtroppo anche la tragedia di un’epidemia di tifo si abbatté in quell’anno sui poveri crucolesi ed uno dei primi ad essere colpito fu proprio il neo-sindaco, don Pasquale Rendace (di soli 26 anni), tant’è che il 2 aprile il Decurionato, presieduto dal Secondo Eletto, Giuseppe Toscano, viste le condizioni del Rendace, considerato ormai senza speranze di guarigione, presentò una nuova terna di eleggibili alla carica di primo cittadino crucolese, così composta: 1) don Francesco Antonio Natì, 47 anni, «galantuomo, proprie­tario scrivente»; 2) Antonio Guscimà, 39 anni, «calzolaio scrivente»; 3) Vincenzo Basta, 35 anni, «calzolaio scrivente». Da notare la viva intenzione di sottolineare l’alfabetismo dei tre candidati, in un’epoca in cui la scuola era il sogno, spesso rimasto tale, della gente dei nostri paesi.

 Il 28 aprile  venne convocata d’urgenza la neo-Commissione Sanitaria di Crucoli, nelle persone dei signori don Giuseppe Amantea, arciprete, Giuseppe Toscano, facente le veci del sindaco, don Bruno Toscano, arciprete, don Gaetano Palopoli, don Domenico Acri. Ordine del giorno era discutere e prendere immediati prov­vedimenti sull’epidemia di Tifo che colpiva in quei giorni i cruco­lesi. La Commissione alla fine di una lunga seduta deliberò quanto segue: 1) il divieto di portare più cadaveri nelle Chiese di S. Pietro e di S. Elia; 2) obbligo di allontanare i letami esistenti nel paese e nelle vicinanze in posti molto più lontani; 3) chiusura provvisoria delle condotte d’acqua che entravano nel paese; 4) divieto di scaricare acqua sporca e immondizia nelle strade pubbliche e immediata pulizia delle stesse; 5) obbligo di procurare, da parte del comune, biancheria e indumenti per gli attuali ammalati poveri; 6) ordine al sacrestano di suonare la campana ogni qualvolta muore una persona ammalata di tifo.  Evidentemente però questi provvedimenti ottennero pochi risultati positivi, poiché la stessa Commissione un mese dopo si vide costretta a emanare nuove urgentissime disposizioni, visto il tragico protrarsi del morbo epidemico. Nel nuovo comunicato si legge infatti: 1) che le stalle vengano subito pulite e lo si faccia almeno una volta alla settimana; 2) che l’immondizia e il letame delle stalle vengano allontanati fuori dal paese, dagli stessi proprietari; 3) che le strade interne del paese vengano pulite giornalmente dagli stessi abitanti, ognuno davanti alla propria casa; 4) che nessuno abitante butti immondizia o altro nei soliti posti vicini al paese, ma molto più lontano dal centro abitato; 5) i contravventori delle succitate disposizioni saranno puniti ai termini di Legge.

Intanto il Decurionato sbrigava anche le varie pratiche correnti e nella riunione del 19 maggio venivano decise nuove disposizioni sull’affitto di alcuni fondi comunali che sinteticamente stabilivano quanto segue: 1) l’affitto durava 5 anni a partire dal 1° settembre 1844 al 31 agosto 1849; 2) esso veniva deliberato con apposita asta pubblica; 3) i fondi potevano essere adibiti ad un qualsiasi uso; 4) i pagamenti annuali venivano ritirati dal Cassiere Comunale in 4 rate uguali per ogni anno; 5) gli aggiudicatari dell’asta dovevano esibire delle fideiussioni idonee. I terreni riguardanti queste norme erano il Mortelletto, la Pa­lombara, le Serre, il Prato di Manipuglia.

Il 27 maggio, in seguito alla morte del sindaco Pasquale Rendace, viene eletto come suo successore il Sig. Francesco Antonio Natì, su disposizione dell’Intendente della Provincia, al quale precedentemente era stata comunicata la relativa terna di eleggibili. Nuovo sindaco dunque ma vecchi problemi con il tifo che continuava la sua tragedia. Così nella seduta del 2 giugno successivo venivano stilati i primi bilanci: fino a quel giorno i morti erano stati un centinaio, scarseggiavano i cereali ed il denaro, ed i cittadini crucolesi avevano urgente bisogno di neve, necessaria, durante la sopraggiunta stagione estiva, per curare gli effetti del morbo e per la conservazione dei cibi. Fu allora che si decise di far giungere dalla Sila neve, in favore degli ammalati poveri, per la somma di 30 ducati.

1845 – NUOVO CENSIMENTO DEGLI ABITANTI

Nel settembre di questo anno, in base ad una stima redatta dal comune, gli abitanti di Crucoli risultavano essere poco più di 2000.