CAPITOLO 4 – L’OTTOCENTO (SECONDO VENTENNIO)

1821 – LA CHIESA DI S.MARIA

Tra le antichità rappresentate ancora oggi a Crucoli da vecchie costruzioni, troviamo i ruderi della Chiesa di S. Maria, nell’omonimo rione, della quale leggiamo nella seduta del 9 luglio, allorché il Decurionato dovette rispondere alla lettera dell’Intendente della Provincia che ne chiedeva informazioni. Gli amministratori risposero che la «Chiesa di S. Maria dell’Assunta» era stata chiusa alle funzioni nel lontano 1810 (!) per mancanza di sacerdote e di economo in grado di amministrarla.

A questo proposito c’è da rilevare che la vita economica di Crucoli, come del resto di tanti altri paesini dell’epoca, non era per niente facile, tanto più quando si trattava di costruire necessariamente opere pubbliche. È il caso discusso nella riunione decurionale del 7 ottobre successivo, quando cioè venne esaminata la necessità di reperire la somma di 590 ducati per la realizzazione della strada «Vattiato –  Petraro» e del «Ponte sul fiume Neto» (per la verità tale fiume non ha mai interessato il territorio crucolese, per cui è nostra opinione che si tratti di un banale errore di trascrizione del compilatore dei verbali oppure di una dimenticanza dei Decurioni stessi al momento della seduta; molto probabilmente comunque si riferivano al fiume Nicà che attraversa le terre di Crucoli; n.d.a.). Ma gli amministratori dovettero deliberare la mancanza di un fondo da cui prelevare l’ingente somma.

1822 – CONTRIBUTO DEL COMUNE PER L’INCENDIO AD UNA ATTIVITA’ ARTIGIANALE

Per pura curiosità storica annotiamo due nuove nomine nel gennaio 1822, e cioè: Sig. don Francesco Amantea, cassiere comunale, nonché «Nuovo Medico Condotto e Chirurgo».

Abbiamo già detto che alla fine del loro mandato il Sindaco ed i suoi collaboratori erano chiamati a dar conto del loro operato e se questo era ineccepibile il Decurionato aveva la facoltà di riconfermare le stesse persone. E’ il caso di don Giuseppe Lamanna che nella seduta del 24 febbraio di quest’anno viene riconfermato a Sindaco di Crucoli per altri due anni o tre, a seconda delle disposizioni vigenti, poiché la sua amministrazione negli ultimi due anni risultò meritevole di «lode ammirevole per lo zelo, l’esattezza e la giustizia imparziale che lo caratterizzava».

Il 18 giugno è deliberata la somma di 30 ducati in favore di Tommaso Rinzelli, come contributo per fronteggiare i danni subiti per l’incendio della «Ferreria e della Sartoria», di sua proprietà, siti in «Piazza di Crucoli».

In quella stessa seduta viene preso un importante provvedimento di interesse pubblico: il «risanamento delle acque nel territorio crucolese». Tale opera era stata mandata in esame all’Intendente della Provincia il quale aveva comunicato il proprio consenso. Le acque che urgevano maggiori riparazioni erano le seguenti: “le Acque del Giardino, il Canale di Elo, l’Abbeveratoio di Elo, le Acque delle Canne, il Canalicchio, la Fischia, Stornagi e le Vasche di Starnali (riportiamo l’elencazione originale del verbale di quella seduta, n.d.a.), tutte di necessità sia urbane, sia rurali.” Nella delibera venne data assoluta precedenza alle Acque del Giardino e al Canale e all’Abbeveratoio di Elo, per poi far seguito le altre fonti.

Parliamo ora del sale, allora un prodotto di primaria utilità e come tale, «l’Amministrazione Generale sui generi di prima necessità», stabiliva una quantità annuale da vendere a seconda dell’entità di ogni comune. Perciò il Decurionato di Crucoli ogni anno nominava un unico venditore di sale. In una seduta del 3 novembre tale nomina era caduta sul Sig. Giuseppe Montagnese.

1824 – NUOVE ELEZIONI E CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE

Tornando all’argomento «amministratori» ecco una serie di «terne di eleggibili» proposte nella riunione del 4 aprile di quest’anno; da notare che accanto al nominativo venne specificata anche la rispettiva età. Eleggibili a Sindaco: don Giuseppe Grisolia (30 anni), don Leonardo Susanna (70), don Pa­squale Scalise (70); eleggibili a Primo Eletto Capo della Polizia: Cataldo Ciccopiedi (50), Cataldo Corazzo (45), Antonio Gusci­mà (25); eleggibili a Secondo Eletto: Gennaro Giglio (28), Gennaro Di Grazia (48), Domenico Acri (36); eleggibili a Esattore: Donato Liggio (45), don Tommaso Lamanna (40), Lorenzo Afflit­to (35).

     L’undici luglio viene deliberata la somma di 8 ducati per la «pulizia e la riattazione» delle Acque del Giardino.

Riguardo al numero di abitanti di Crucoli se ne fa menzione in un verbale decurionale del 13 dicembre: precisamente 1.572 sono i crucolesi in quel periodo.

1825 – OROLOGIO PUBBLICO

Nel maggio di questo anno si torna a discutere dell’orologio pubblico del quale viene stilata una accurata perizia dai «maestri» Gennaro Parise e Vincenzo Del Re. Dal documento risultano urgenti alcune riparazioni, per cui il Decurionato, sotto la presidenza del sindaco Donato Leggio, delibera la somma diii ducati. Due mesi dopo verranno deliberati, con immediata decorrenza, i lavori di riparazione del tetto della Chiesa Madre di S. Pietro Apostolo (tuttora esistente, n.d.a.), da realizzare «in economia».

 1840 – IL MONTE FRUMENTARIO

Resti di un monte frumentario dell’epoca in Basilicata

I Monti Frumentari, chiamati anche monti granatici, vennero istituiti alla fine del XV secolo allo scopo di distribuire ai contadini poveri, con l’obbligo di restituzione, il grano e l’orzo di cui avevano bisogno per la semina ed ebbero una notevole diffusione durante i secoli XVI e XVII. Si rivolgevano in particolare a coloro che vivevano in condizioni di pura sussistenza quando, per il bisogno, erano costretti a mangiare anche la parte che doveva essere riservata alla semina, oppure erano costretti a rivolgersi agli usurai.

Spigolatrici nell’ottocento

Per trovare menzione del Monte Frumentario di Crucoli ci siamo rifatti ad una copia d’atto notarile, datata 22 maggio 1840, redatto dal notaio Gennaro Giglio, nel suo studio sito in «via Scaccera a Crucoli». Davanti a lui si erano presentati il Sig. Francesco Antonio Nati, sindaco di Crucoli, civile proprietario, domiciliato nella via S. Elia, ed il Sig. don Pasquale Amalfitano, «Conte di Savelli, Marchese di Cru­coli, figlio del fu Marchese Don Carlo, domiciliato nel Castello di Crucoli», allo scopo di creare appunto il Monte Frumentario (è questo il primo documento in cui se ne parla, n.d.a.), per il quale erano stati già deliberati dal comune 400 ducati per l’acquisto di «263 tomoli» di grano bianco (un tomolo era uguale a circa 50 litri di grano, n.d.a.) al prezzo di 15 o 16 «carlini». Il  Marchese Amalfitano, da parte sua, aveva già depositato 150 tomoli dello stesso grano. Per quanto riguarda l’amministrazione del Monte, di natura beneficiaria, vennero sottoscritte specifiche condizioni, tra le quali: 1) i due costitutori del Monte Frumentario lo avrebbero rappresentato in base alle quantità di grano fornite e gli amministratori sarebbero stati nominati annualmente di comune accordo ed approvati dall’Intendente provinciale; 2) detti amministratori avrebbero presentato annualmente il bilancio della Fondazione, per essere sottoposto all’esame delle parti costitutrici (Comune e Signoria) e quindi approvato dall’Intendente; 3) gli amministratori inoltre avrebbero dato annualmente il loro conto del quantitativo di grano consegnatogli, nonché dell’eventuale aumento di magazzino. Ma l’istituzione ufficiale del Monte Frumentario, in quanto opera pubblica, si avrà solo il 31 agosto 1842 (cioè due anni dopo) ed esso vivrà per circa 70 anni, avrà i suoi momenti travagliati, ma certamente resterà nella storia di Crucoli come una importante opera di beneficenza in un periodo storico caratterizzato da molta povertà, da carestie e da travagliate epidemie.