CAPITOLO 6 – LA SECONDA META’ DELL’OTTOCENTO

1862 – IL BRIGANTAGGIO

Purtroppo a un certo punto la nostra ricerca incontra un vuoto inaspettato. Avevamo già detto del nostro «racconto» ricavato in gran parte da una serie di antichi Verbali Decu­rionali ritrovati nei vecchi archivi del comune. Questi libri, ovviamente manoscritti, hanno notevolmente risentito l’usura del tempo e siccome racchiudevano ognuno diversi anni di sedute decurionali, lo smarrimento di alcuni di essi ci ha messi di fronte a ovvi vuoti di notizie. La nostra ricerca, infatti, riprende con le vicende di un ventennio dopo.

Raffigurazione di brigantaggio in Calabria

Il  gravoso fenomeno del brigantaggio, molto diffuso allora nel meridione d’Italia, interessò ovviamente anche Crucoli e ne troviamo prova lampante negli Atti dei morti del 1862. Il 5 febbraio, alle ore 22,00, si presentarono davanti all’allora sindaco Giuseppe Palopoli i signori Emanuele Di Bartolo, 32 anni, proprietario e Giuseppe Gu­scimà, 27 anni, civile, per dichiarare che alle 19,00 dello stesso giorno erano morti 4 briganti nella contrada Cirajenti, territorio crucolese, uccisi a fucilate dalla forza pubblica, mentre cercavano di fuggire dalla stessa che li conduceva a Cirò.

Ed ecco l’elenco: «Giuseppe Murrone, 25 anni, di “professione brigante”, figlio del fu Antonio, agricoltore di Longobucco; Nicola De Luca, 23 anni, brigante di Pietrapaola, figlio del fu Giuseppe, agricoltore di Pietrapaola; Francesco Curcio, 26 anni, brigante di Trento, figlio del fu Antonio, agricoltore di Trento; Pasquale Forciniti, 20 anni, brigante di Longobucco, figlio di Antonio, forese di Longobucco. 

1866 – ANCORA IL MONTE FRUMENTARIO

Come abbiamo già detto in precedenza, gli amministratori del Monte Frumentario di Crucoli si avvicendavano annualmente. Ne riportiamo un esempio con un verbale decurionale datato 7 settembre 1866: in quello stesso giorno il sindaco Giuseppe Palopoli assieme a don Fortunato Amantea, segretario comunale, ed ai sigg. don Giuseppe Guscimà, don Francesco Leggio e Vincenzo Sarcone, amministratori del Monte Frumentario nel trascorso «anno colonico» 1/9/1865-31/8/1866, dovendo consegnare il grano in deposito ai nuovi amministratori per l’anno 1866/67, don Giuseppe Guscimà e Vincenzo Sarcone, appena nominati dal consiglio comunale, si erano recati nel Castello del Marchese di Crucoli, Conte di Savelli, ove erano siti allora i magazzini, ed avevano rilevato l’ottimo stato del grano, oltre alla sua buona «tenuta e qualità», per una giacenza totale di 780 tomoli. Tale quantità era stata quindi subito consegnata ai nuovi amministratori, insieme alle chiavi dei magazzini, ed essi erano così obbligati a distribuirlo ai coloni poveri, come disponeva il regolamento del Mon­te Frumentario.

1870 – PROGETTO DI UNA NUOVA CHIESA

Panoramica di Crucoli (disegno)

Il 16 marzo di questo anno viene presentato al Comune il progetto della fabbricazione di una nuova Chiesa in via Annunziata, redatto dagli ingegneri Giuseppe Acri e Antonio Rendace. Esso prevedeva, come riportiamo fedelmente: muri di cinta dello spessore di 4 palmi (104 cm), per un totale di 45.800 palmi cubi (!!) = £..4.672; un arco dell’altare e una cupola a mattoni £.   212; portone e finestroni di pietra travertino =  £.212compenso agli estimatori = £.102 per una spesa totale di £. 5.198. Il progetto venne quindi esaminato e verificato dalla giunta municipale di allora, Giuseppe Palopoli (sindaco), Gaspare Grisolìa e Gaspare Lamanna (assessori), e Fortunato Amantea (segretario comunale).

1880 – TRASFERITO IL MONTE FRUMENTARIO

Torniamo alle vicende del Monte Frumentario di Crucoli e del suo vasto magazzino situato nell’allora pittoresco castello marchesale. Ebbene, per motivi non meglio specificati, attorno al 1880 il deposito del grano venne trasferito in contrada Annunziata, in quel fabbricato che fino a qualche decennio fa ospitava un asilo infantile parrocchiale. La notizia la troviamo nel verbale relativo ad un altro passaggio di consegne tra amministratori dell’opera benefica crucolese, e precisamente tra i signori Pasquale Armentano e Bruno Siciliano, “amministratori per il trascorso anno colonico 1/9/1886-31/8/1887”, ed i nuovi gestori designati dal Comune, Antonio Rendace e Mariano De Sessa. Come di consueto l’allora sindaco Giovanni Lamanna ed il segretario comunale Gerardo Pirozzi si recarono nel magazzino di contrada Annunziata ove constatarono la buona qualità e l’ottima tenuta del grano che ammontava a 229 tomoli (128,24 ettolitri, n.d.a.), e che venne quindi consegnata, assieme alle chiavi del locale, ai nuovi amministratori.

 1890 – NUOVO REGOLAMENTO SUI TRIBUTI COMUNALI

Intanto ci avviciniamo alla fine del secolo ed il 18 maggio del 1880 la giunta municipale, composta dall’assessore Vincenzo Gentile, presente in sostituzione del sindaco, Avv. Francesco Toscano, dal consigliere anziano Tito Artese, e dal segretario comunale Gerardo Pirozzi, firma una delibera con la quale viene approvato il nuovo regolamento per l’applicazione della «Tassa d’esercizio e rivendita» per i commercianti del posto e di cui riportiamo uno degli articoli, il numero 4: “Le categorie in cui si possono dividere i contribuenti sono 5 e la tassa è fissata in queste cifre: L. 50 per la 1a categoria, L. 30 per la 2a categoria, L. 15 per la 3a categoria, L. 5 per la 4a categoria e L. 2 per la 5a categoria. Ovviamente questo tipo di contribuzione dei commercianti era riferita a tutto l’anno.

Nel settembre dello stesso anno troviamo la concessione di un pezzo di suolo pubblico, sito in via Fosso, al sig. D’Afflitto Giovanni, il quale ne aveva presentata regolare richiesta, dietro il pagamento della somma di Lire 13,23. Da quella stessa delibera possiamo ricomporre il consiglio comunale presente alla seduta: dal sindaco Giovanni Lamanna ai consiglieri Domenico De Bartolo, Giuseppe Montagnese, Vincenzo D’Afflitto, Francesco Parise, Pasquale Polillo, Pasquale Rendace, Toscano Francesco, Giu­seppe Madera e Tito Artese.

1892 – I SERVIZI POSTALI

Con l’avvento della ferrovia in Calabria, fu d’obbligo l’ammodernamento di alcuni principali servizi pubblici e privati, come ad esempio quello postale. Così il 22 agosto 1892 venne sottoscritta, tra il Comune di Crucoli e l’Amministrazione delle Poste, una scrittura privata con la quale il Comune si assumeva l’organizzazione del servizio postale tra il paese e la vicina stazione ferroviaria. Tra le varie condizioni poste nell’accordo citiamo al primo punto: “…Vettura con una corsa di andata, nel termine di due ore, ed una di ritorno, nello stesso arco di tempo, per ogni giorno… “Il tutto tramite un proprio imprenditore, incensurato, che sarà designato dall’amministrazione delle Poste.” Il 29 novembre venne bandita l’asta pubblica per l’appalto del servizio postale con la carrozza, ma, si legge nel documento, «dopo replicate voci del banditore ed estinte le tre candele senza che si sia presentata alcuna offerta si è dichiarata Deserta l’asta». In pratica, a quei tempi, venivano accese tre candele e l’asta durava fino all’ultimo barlume delle stesse. A questo primo tentativo ne seguirono altri fino a quando, come vedremo in seguito, non si presentò la richiesta di qualche cittadino.

1894 – MODIFICHE AI TRIBUTI SUL COMMERCIO

       A quattro anni di distanza dalla regolamentazione della tassa di esercizio e rivendita, il 16 giugno 1894 vennero approntate alcune modifiche degne di nota, tra le quali la più importante era contenuta nell’articolo 3 del Testo Unico del Regolamento: «Le categorie in cui si possono dividere i contribuenti sono 7 (dalle 5 che erano, n.d.a.) e la tassa è fissata in queste cifre: £. 80 per la 1a categoria, £. 50 per la 2a categoria, £. 30 per la 3a categoria, £. 15 per la 4a categoria, £.10 per la 5a categoria, £. 5 per la 6a categoria, £.2 per la 7a categoria. Seguivano le firme del sindaco Giovanni Lamanna, dei consiglieri Domenico De Sessa, Vincenzo Gentile, Vincenzo D’Afflitto, Ernesto Palopoli, Domenico De Bartolo, Francesco Toscano, Giuseppe Mon­tagnese, Tito Artese e Pasquale Rendace, nonché del segretario comunale Pietro Gentile.

Una curiosità che certamente i lettori avranno già notato è l’avvicendarsi nelle amministrazioni crucolesi di personaggi di famiglia agiata, i quali in gran parte rimasero sempre presenti in seno alla guida del Comune, sia come consiglieri (o Decurioni), sia come sindaci.

Un esempio: nel 1894 venne eletto sindaco il Sig. Montagnese Giuseppe, fino ad allora consigliere, al posto del Cav. Giovanni Lamanna, che però restò Consigliere nella nuova amministrazione, composta inoltre da Francesco Parise, Vincenzo Gentile, Dott. Leonardo Di Bartolo, Domenico Di Bartolo, Pasquale Rendace, Fran­cesco Toscano, Pasquale Polillo, Francesco Rendace, Tito Artese e Mariano De Sessa. Nomi che già avevamo trovato nelle passate amministrazioni.

1896 – ABUSIVISMO E TASSE COMUNALI

A dimostrazione che la parola «abusivismo» era usata spesso anche allora, l’undici gennaio 1896 gli amministratori furono chiamati a decidere i provvedimenti da prendere riguardo l’occupazione di suolo comunale messa in atto dal Sig. Antonio Amantea (di Francesco) nella zona S. Maria, nonché l’edificazione, da parte dello stesso, di una casa sprovvista di autorizzazione comunale. Venne così approvato all’unanimità l’obbligo all’Amantea di pagare un Canone corrispondente all’infrazione commessa.

Tornando alle cariche comunali, già nell’aprile di quest’anno avviene il cambio del primo cittadino, con la nomina a sindaco del Dott. Leonardo Di Bartolo, fino ad allora consigliere comunale, mentre (casi della vita!) il Montagnese ritorna semplice amministratore. Anche il resto del Consiglio non subì notevoli mutamenti.

Il 25 dello stesso mese si ridiscute del Testo Unico del Regolamento sulla Tassa Esercizi e Rivendite comunali ed alla fine vengono apportate alcune modifiche, tra cui quella sulle somme da pagare, così suddivise: £. 88 per la 1a categoria di contribuenti, 50 per la 2a categoria, 30 per la 3a, 15 per la 4a, 10 per la 5a, 8 per la 6a, e 2 per la 7a  categoria di contribuenti.

       Il 31 ottobre il Consiglio Comunale si riunisce per esaminare i conti del Monte Frumentario, per l’anno colonico 1893/94, presentati dagli amministratori dell’opera, Bruno Siciliani e Antonio Leto.

Ecco in sintesi le cifre della gestione, approvate dal Consiglio:

entrate in grano  hl  157,98

uscite in grano  hl 141,47

differenza in attivo  hl 16,51

entrate in denaro  £. 288,24

spese  £. 40,90

avanzo              £. 247,34