CAPITOLO 7 – INIZIO NOVECENTO

1900 – IL CASTELLO DI CRUCOLI

L’ingresso del Castello prima dei lavori di ristrutturazione

Giungiamo così agli inizi del secolo scorso ed è di quegli anni una vasta raccolta di atti notarili riguardanti i fondi comunali, redatti dal notaio Iuzzolini su richiesta del Comune stesso. Da questo lungo testo abbiamo tratto un brano che susciterà l’interesse di molti, poiché riguarda quell’alone di mistero che a tutt’oggi copre le rovine del Castello di Crucoli.

A Crucoli vi era un magico ed inespugnabile Castello – leggiamo nel manoscritto – posto in mezzo all’abitato. In esso si sale per una nobile e lunga selciata che fa un falso piano, per cui ancora vi si può salire in carrozza. Alla fine della strada vi è un atrio scoperto separato dal Castello, con il quale comunica per mezzo di una porta di legno. Il Castello è fortificato di sei bastioni o torrioni che guardano in più punti dell’orizzonte. Esso si estende per tutti i lati al punto che la sola prospettiva è teatrale; infatti si vede sia il mare, sia i monti uniti da colline e pianure, la cui visita rende felice chiunque guardi.

Il Castello dal lato del ponte levatoio

In mezzo al Castello – continua lo Iuzzolini – vi è una specie di rocca o fortezza, le cui muraglia sono antichissime ed ora abbando­nate, nonostante si mantengano da molti secoli. Per comodità dei Signori di allora vi sono tre cisterne e cantine, guardaroba, quartini abitabili al piano del gran Cortile; ed inoltre quartini per i nobili Superiori. In modo che in caso di necessità possano rifugiarsi nel Castello fino a 1000 persone.”

1904 – ULTIMI ANNI DEL MONTE FRUMENTARIO

Il Monte Frumentario di Crucoli rimase in funzione fino al primo decennio del ‘900, ma già dai primi anni del secolo esso era in netta decadenza, dal punto di vista della sua utilizzazione. Infatti nell’agosto 1904, il Consiglio Comunale si vide costretto a deliberare la vendita del grano in giacenza, rimasto indistribuito nel passato inverno, al prezzo (ridotto) di E. 7,50 per tomolo.

Tale decisione fu sottoscritta dal sindaco Cav. Leonardo Di Bartolo, dagli assessori Cav. Avv. Francesco Toscano e Vincenzo D’Afflitto (farmacista), dai consiglieri Mariano De Sessa, Vincenzo Gentile, Pasquale Polillo, Giacomo Punelli, Ernesto Palopoli, Gio­vanni Eamanna, Domenico Di Bartolo.

Il 31 dicembre di quell’anno la Giunta Municipale deliberò la somma di lire 94,85 al Sig. Giuseppe Campana «per una fornace di calce, necessaria per eseguire il progetto di una fontana pubblica nel comune».

1905 – ADDIO AL MONTE FRUMENTARIO

Ma giungiamo intanto all’epilogo del Monte Frumentario, allorché il 15 aprile del 1905 il pubblico consesso crucolese si riunì per decidere la sua eventuale trasformazione in una Cassa di Prestito Agrario crucolese. La motivazione principale di questo progetto era che negli ultimi due anni il grano dell’opera benefica crucolese era rimasto indistribuito nel magazzino e si era dovuto svendere, con ovvia perdita economica, a dimostrazione che l’istituto non rispondeva più ai nuovi bisogni dei coloni terrieri. Inoltre, a conti fatti, la vendita del grano giacente in magazzino ed altre somme depositate nella Cassa Postale di Risparmio avrebbero portato un introito superiore alle 4.000 lire (cifra considerevole per quel periodo).

Crucoli, scorcio piazza Di Bartolo e “Corpo di guardia”

All’unanimità fu deliberato di vendere con asta pubblica il magazzino del Monte Frumentario, diviso in 4 distinti «lotti», aggiungendo il ricavato della vendita al capitale già esistente nella Cassa Postale per utilizzare poi la somma totale nella creazione di una Cassa di Prestanza Agraria crucolese, della quale in seguito sarebbe stato stabilito un relativo statuto. Per quanto riguarda il grano dell’istituto, del quale ormai era rimasto proprietario il solo Comune, e considerando che, a causa dell’umidità del magazzino, detto grano era deteriorato e continuava a peggiorare, il consiglio, nella stessa assemblea, stabilì la vendita di tutto il grano giacente nel Monte Frumentario al prezzo di £. 9 al tomolo (pari a litri 56, n.d.a.).

1907 – LA STIMA FINALE DEL MAGAZZINO

Nel settembre 1907, su incarico del comune di Crucoli, l’Ing. Agronomo Cataldo Turano di Cirò presentava agli amministratori crucolesi una estimazione del magazzino del Monte. Nella relazione si legge:

«...Il magazzino è sito in contrada Annunziata, agli estremi dell’abitato di Crucoli, nel lato nord. Confina da tre lati con strade pubbliche e dal quarto con fabbricati del Sig. Pietro Mauro. È un locale di forma rettangolare, adibito alla conservazione di cereali e vi si accede da un’unica porta, sita al centro del muro-sud, di dimensioni = m. 2 e h = m. 2,60. Tale porta è posta sul livello della strada di m. 2,30 e perciò è preceduta da una rampa, pavimentata con ciottoli, della lunghezza di m. 9,10 e larga m. 3,40 (pendenza 24%).

La lunghezza interna del magazzino – continua il Turano – è di m. 27,32, diviso in 4 spazi tramite tre archi in muratura, di queste dimensioni: 1° arco lungo m. 6,26 e largo m. 8,90, 2° arco lungo m. 8,77 e largo m. 9,00, 3° arco lungo m. 6,24 e largo m. 9,00, 4° arco lungo m. 6,28 e largo m. 6,25, con un’altezza media di m. 8,68. I primi tre archi sono illuminati da due finestre ognuno, mentre al 4° ve n’è una sola. Esse sono alte m. 1,85 e larghe m. 1,12. I «piedritti» degli archi (piedritto: elemento architettonico verticale portante, che sostiene cioè il peso di altri elementi, n.d.a.) sono spessi cm. 88 e le mura esterne m. 1,00. Il tetto è a due spioventi….».

Dall’analisi dell’estimatore risultava che il tetto era abbastanza indebolito a causa delle travi troppo vecchie e ciò provocava grosse infiltrazioni di acqua piovana che rendeva umido e inadatto alla conservazione dei generi, il magazzino. Era necessario quindi sosti­tuire tutte le travi ed altro materiale di sostegno, mentre necessitava di riparazioni la pavimentazione che era di mattoni di terracotta. Unica nota positiva la solidità delle mura. Infine riportiamo le cifre di valutazione del fabbricato: valore 1°spazio £. 2.681,50, valore 2°spazio £. 1.677,80, valore 3°spazio £. 1.900,06, valore 4°spazio £. 1.405,43, valore totale £. 7.654,79. Un’ultima curiosità: il Turano chiedeva, come spettanze, al Comune di Crucoli £. 8,00 per due sondaggi sul luogo e £ 80,00 per 20 sedute di lavoro in studio, per un totale di 88 lire.

1911 – MISURE SANITARIE

In una urgente riunione consiliare del 29 luglio 1911 gli ammini­stratori, dopo aver discusso sulla necessità o no di un locale d’isolamento, di osservazione, di cura e disinfestazione a Crucoli in caso di epidemie, deliberarono all’unanimità di accettare l’offerta della locale «Congregazione di Carità» di tramutare il magazzino del Monte Frumentario in locale di isolamento. Dal verbale di seduta annotiamo, per la cronaca, i componenti di quella amministrazione comunale: Leonardo Di Bartolo, sindaco; Giuseppe Montagnese, consigliere anziano; consiglieri: Giovanni Lamanna, Tommaso Greco, Vincenzo Celsi, Vincenzo Gentile, Vincenzo Siciliani, Vincenzo D’Afflitto, Gia­como Punelli, Ernesto Palopoli, Cataldo Turano, Pasquale Polillo, Domenico Di Bartolo, Francesco Guscimà, Francesco Toscano.

1913 – IL SERVIZIO POSTALE

Una lunga vertenza fu quella che portò all’assunzione, da parte del comune crucolese, del servizio postale tra il capoluogo e la vicina stazione ferroviaria (oggi Torretta). Un primo incontro in tal senso si tenne il 23 maggio 1913 nella casa comunale: davanti al notaio Tito Artese, segretario comunale, ed alla presenza dei testimoni Pasquale Rendace (proprietario terriero) e Ferdinando Ciccopiedi (guardia giurata), si presentarono il sindaco Cav. Leonardo Di Bartolo («dot­tore in chimica e scienze naturali» è precisato) e gli assessori Cav. Ernesto Palopoli (proprietario terriero) e Vincenzo D’Afflitto (farmacista), i quali comunicarono che con decreto ministeriale del 3/4/1913 era stato approvato il contratto stipulato, tra l’Amministrazione Provinciale delle Poste ed il Comune di Crucoli, in data 31 marzo 1913. Cosicché si passò ad esaminare l’offerta avanzata da tempo dal Sig. Gennaro Cosentino in seguito alla gara d’appalto precedentemente bandita.

Scorcio di Crucoli

La giunta comunale stipulò quindi con il Cosentino il relativo contratto, del quale annotiamo le clausole più importanti: – Il servizio era da effettuare con carrozze (Vetture) trainate da due cavalli ed in due corse giornaliere della durata massima di un’ora e 15 minuti l’andata e di due ore il ritorno. – Il conducente aveva l’obbligo di trasportare gratis l’«agente telegrafico di manutenzione» (Guardiafili), l’ingegnere del Genio Civile e tutti gli incaricati comunali per ragioni di servizio. – Nel caso di smarrimento di materiali, l’appaltatore era pas­sibile di una multa da 5 a 20 lire per ogni dispaccio o altro. – In caso di ritardi o negligenze varie, il Cosentino avrebbe pagato una multa fino a £. 50, a seconda dei casi, trattenuta sulla sua paga. – L’appaltatore ed i suoi agenti (in grado di leggere e scrivere) dovevano portare sul cappello ed al braccio una placca con l’incisione «R.R. Poste».

Venne inoltre stabilita una retribuzione annua all’appaltatore, di 1.425 lire, divise in rate trimestrali. Mentre il prezzo di una corsa di Andata e Ritorno era fissato a £. 1,90, e £. 1,00 per corsa semplice. Infine venne data la possibilità al Cosentino di effettuare anche corse straordinarie al prezzo di 5 lire, per servizio con carrozza a due cavalli, e di 3 lire per servizio con carrozzino a un cavallo.

1918 – VERTENZA CON LA FRANCO TOSI DI LEGNANO

In quegli anni venne alla ribalta locale una lunga disputa tra il Comune di Crucoli e la ditta «Franco Tosi» di Legnano (diventato poi un noto colosso industriale, n.d.a.) la quale rivendicava il pagamento di alcune forniture nei confronti del nostro comune. Addirittura la «Franco Tosi» denunciò l’amministrazione comunale all’autorità competente ed il Pretore di Busto Arsizio condannò in contumacia il comune di Crucoli al pagamento di eventuali somme spettanti all’azienda legnanese. Ma il vice-pretore del «mandamento di Cirò», avv. Umberto Siciliani, il 10 maggio 1918 emanò la propria sentenza nella «Causa commerciale tra la ditta “Franco Tosi”, nella persona di Giovanfrancesco Tosi da Legnano, contro il Comune di Crucoli, rappresentato dall’assessore Polillo Pasquale». Era stato proprio quest’ultimo a presentarsi in difesa dell’amministrazione crucolese, davanti all’avv. Siciliani, per opporsi alla sen­tenza del pretore di Busto Arsizio.

In sintesi il Polillo aveva citato questi tre motivi: 1) La sentenza doveva considerarsi nulla in quanto emessa con­tro il cav. Leonardo Di Bartolo, che non era più sindaco di Crucoli. 2) Era inesistente il debito contestato poiché tutte le merci spe­dite dalla ditta Tosi al comune erano state pagate con assegni. 3) Il pagamento era avvenuto nel luogo stabilito e cioè nella stessa stazione ferroviaria di Crucoli. Fu così che, esaminati i fatti, il vice-pretore di Cirò condannò il comune di Crucoli a pagare le sole spese giudiziarie, ammontanti a 46 lire.

1919 – IMPIANTO IDRICO COMUNALE

Notevole importanza per la vita del paese aveva l’impianto di pompaggio dell’acqua potabile, alimentato da un motore a carbone. A tal proposito abbiamo trovato, con data del 12/7/1919, una scrittura privata tra l’allora sindaco Pasquale Polillo (già assessore) ed il Sig. Rizzo Domenico fu Tommaso, il quale si incaricava così del trasporto di carbone dal bosco al deposito (con il compenso di 2 lire a viaggio) e da questo al motore (per altre 2 lire a viaggio).